(articolo originariamente pubblicato su ItaliaChiamaItalia)
Beppe Grillo parte dal Regno Unito con uno straordinario (in)successo
“Al bagno di folla di chi crede nel nuovo Profeta della umorpolitica italiana è corrisposto il più classico dei silenzi assordanti su giornali e TV locali”
di Maurizio Morabito
Che rumore fa un albero quando cade in un bosco, se non c’e’ nessuno ad ascoltare? Una vecchia e probabilmente irrisolta annosa questione filosofica, a cui alcuni rispondono che in realta’ qualcuno ad ascoltare c’e’, per esempio gli alberi accanto. Al che ci si puo’ chiedere: ma a noi cosa importa cosa ascoltino gli alberi accanto?
Immediata un’analogia fra quanto sopra e lo straordinario insuccesso (nonostante quanto riportato in Italia) della visita di Beppe Grillo nel Regno Unito, a Oxford e Londra, dove al bagno di folla di chi crede nel nuovo Profeta della umorpolitica italiana e’ corrisposto il piu’ classico dei silenzi assordanti su giornali e TV locali. E questo nonostante avesse spacciato il suo viaggio come “una missione per spiegare che tipo di Italia è diventata questa, come ci conoscono all’estero e che misure debbono prendere”.
Altro che “sputtanamento” dell’Italia… Forse e’ difficile spiegare qualcosa a degli stranieri, quando non se ne parla neanche la lingua (tutti gli interventi di Grillo sono stati rigorosamente in italiano). Forse chi non conosce le lingue straniere, dovrebbe piu’ saggiamente stare a casa invece di atteggiarsi a paladino dell’informazione europea. Grillo (che del tour nel Regno ha fatto una menzione minimissima ad oggi sul suo blog), continuera’ adesso in altre nazioni europee, e speriamo per lui che mastichi un minimo di Français o Deutsch.
Speriamo anche che non ci abbia nemmeno provato, Beppe Grillo, a stabilire una linea di contatto con i media britannici. Speriamo cioe’ che quando scriveva “Vado in questi posti, dall’Inghilterra alla Francia, mi sposterò in Germania, a portare un antidoto…a questo virus immondo”, Grillo stesse dicendo il falso sapendo di mentire, perche’ altrimenti e’ stato un disastro colossale. Sembra che in assenza di agiografi (di cui, in Italia, ne ha a bizzeffe), Grillo non lo abbia calcolato quasi nessuno (che fara’ adesso, si lamentera’ della tirannia mediatica di Berlusconi a livello europeo???).
Neanche il sito della London School of Economics ha ritenuto necessario pubblicizzare il video della serata con Grillo…a tutt’oggi, esistono solo due riferimenti al viaggio di Grillo in inglese non scritti da italiani: un articolo sul periodico di intrattenimento e spettacoli TimeOut, e un blog scritto da John Lloyd, noto giornalista e organizzatore dell’incontro a Oxford. Solo che pochissimi anzi nessuno leggera’ TimeOut per crearsi un’opinione politica di alcun tipo (sarebbe come cercare di informarsi del dibattito parlamentare dalle pagine di “Sorrisi&Canzoni TV”). E. John Lloyd ha pubblicato una mezza stroncatura, affermando che: (1) Grillo e’ un demagogo (nel senso peggiorativo del termine); (2) Grillo ha avuto molto successo nel costruire il suo network di consenso, ma non e’ riuscito a danneggiare in maniera sostanziale il Governo Berlusconi; (3) Grillo e’ un gran attore di commedie, e se il suo umorismo e’ divertente, ancora non si sa quanto possa contribuire alla democrazia e al buongoverno.
Che e’ venuto a fare dunque Beppe Grillo a Londra e Oxford? Probabilmente a fare un po’ di “autofinanziamento”, e a “predicare ai convertiti”, come si dice in English. Alla fine della fiera, gli unici effetti tangibili di cotanta agitazione sono stati infatti i biglietti venduti, e il rincuorare le truppe grilline: la squadra dei fedelissimi ha infatti pensato di accogliere l’Idolo con la simpatica trovata di acquistare elmetti, ovviamente solo per stabilire la solidita’ della loro militanza e non per eventuali sogni di natura paramilitare.
Non meravigliamoci se il prossimo acquisto comprenda un assortimento di “manganelli per grillo”. Come disse quel comico con la “G” (Greggio, non Grillo), “So’ ragassi…”.